1.4 Videogiochi
Commodore, Nintendo, SEGA, TRS, Mattel
'Spacewar!' è spesso considerato il primo videogioco: sviluppato al MIT su un PDP-1, rappresenta due astronavi di forme diverse che si muovono accelerando e ruotando.
Questo gioco ha ispirato Nolan Bushnell, il fondatore di Atari. Grazie a questa azienda, gli arcade, che fino ad allora avevano ospitato solo giochi elettromeccanici, inizia a diffondersi Pong, un simulatore di ping-pong.
La sua grafica stilizzata richiedeva un hardware talmente semplice che nacque come console domestica, la Magnavox Odissey nel 1972, e, dopo il successo della versione Atari, generò una marea di cloni, tra cui lo Sportron di Inno-Hit.
La nascita di nuovi microprocessori portò a giochi come gli scacchi elettronici Chess Challenger e soprattutto l'Atari 2600, del 1977: questa console programmabile trasformò i videogiochi in software riproducibile, aprendo il mercato globale dei titoli a cartuccia.
Il 1985 segna l'arrivo negli Stati Uniti delle console giapponesi: il Nintendo Entertainment System e il Sega Master System.
In Europa, la rivoluzione digitale viaggiava sugli home computer, ignorando la parabola della console. Anche macchine essenziali come il TRS-80 di RadioShack, del 1977, divennero piattaforme per i videogiochi. A dominare gli anni Ottanta furono i bestseller come il Commodore 64 e lo ZX Spectrum della Sinclair, simboli di un'epoca in cui la creatività superava i limiti dell'hardware.
Prendete una pausa per scrivere un hello world sul Commodore 64 e giocare con l'arcade box. Vi invitiamo a sfogliare i manuali delle macchine in esposizione.

